La stecca prealpina - Giorno n.24

Chiunque di noi passeggiando in montagna avrà letto le rime di qualche poesia incorniciata nel quadretto di un rifugio. I poeti della montagna regnano silenziosi tra le vette e portano avanti una tradizione che chissà mai se continuerà. Nel mio cammino ho incontrato i versi di Giovanni Zanotto, che scrisse un gioiello a Pian de Farnè nell’agosto 1995. Insieme ai suoi numerosi figli donai un cippo posto a fianco del capitello di San Maurizio, sul quale è stata incisa quella poesia. Qualche anno dopo i versi di Bano mi risuonavano nella mente, durante le impegnative escursioni sulla Cal dei Sass, quella che da Ron conduce a Pianezze. Bano, al secolo Labano Bortolomiol, se ne è andato poco tempo fa ed ho avuto la fortuna di conoscerlo. E poi vi è Pino Verri, il poeta dei fagher. Con lui ho conosciuto tante belle storie del Cesen, dove svettano i faggi più belli delle Prealpi. Quanta sopressa affettata a casera Balcon mentre ci recitava le sue poesie con l’immancabile bicer de bianco in mano. In quel terrazzo panoramico di Pianezze, la pianura è interrotta solo dal serpeggiare del Piave. Rime semplici ma profonde che ci fanno andare indietro nel tempo quando per sfamarsi era sufficiente un po’ di polenta tagliata col filo. Dalle sue due raccolte, “L’è quasi sera” e “Pensieri in libertà”, riporto per me la più bella poesia, dedicata ai suoi amati faggi. Fagher fa ritornar la primavera, ne abbiamo davvero bisogno.

 

AI RE DE LA MONTAGNA

 

Son fisi a Balcon, a far ombria,

a do cason e la so compagnia

alti grandi e sovrani

casa de scoiatoi e osei da ani

a cavai, de favola an col

che cuna dei s'cech l'el sol.

Boche verte da qua a mirar

paesi, monti e mar.

Ancoi ste piove strane de sora

le foie avon cofà rostidora.

Do in te la piana tant fum e poc arosto

e tuti al mar và ad agosto

e papaveri co truchi s'afana

a fracar stran a la tana.

Pì scarpon no bat trodi e crode

e tuti su busolot co le so rode.

A smat gira la poia

e su la rama la se poia

e dell'ultima pora foia

la ne despoia.

Al fioca e par noi se fa sera

e l'odo pian pian se sèra.

Al pianf an vecio pin e fà preghiera

Fagher fa ritornar la prima... vera!

 

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