La stecca prealpina - Giorno n.7

Non è sempre vero che andare in escursione significa necessariamente salire su colline e montagne. Anche la pianura ha il suo fascino e spesso riserva aspetti curiosi ed inaspettati. Un esempio? I Palù del Quartier del Piave. Sono situati in un vasto territorio compreso tra i comuni di Sernaglia, Moriago, Vidor e Farra di Soligo. Palù è un termine che spiega le origini geologiche del sito, una palude nata a causa di un livello altimetrico più basso rispetto alle aree circostanti che comportò la confluenza delle acque rendendo il territorio malsano. In epoca romana vi furono i primi interventi idraulici, ma le opere di bonifica vere e proprie vennero attuate agli inizi del XIII sec. dai monaci benedettini provenienti dalla vicina abbazia di Santa Bona di Vidor e le paludi divennero in questo modo fiorenti appezzamenti di prato delimitati da alberi di alto fusto, siepi e fossati ancora oggi ben visibili in molte zone interne. Da qui il termine di “campo chiuso” (vedi foto), un vero paradiso per benedettini e cistercensi che lo ritenevano un simbolo religioso universale, una cattedrale verde come scrisse lo storico locale Luigi Ghizzo. Il foraggio era abbondante, i fossati, dotati di specifici sbarramenti, garantivano l’attività di pesca di trote ed anguille mentre le siepi di confine fornivano sufficiente quantità di legname. Questo sistema agronomico denominato Valbone è ancora oggi uno dei migliori esempi di tutta l’Italia settentrionale, confrontabile con gli analoghi bocages francesi. Vi è un breve anello escursionistico che permette di visitare alcuni campi chiusi dei Palù, a partire da Moriago della Battaglia. Più a sud sorgono le Fontane Bianche, altro magnifico ecosistema ideale per facili passeggiate. Curiosità: nei pressi di Sernaglia vi era un castello, citato dalla gente del luogo come Castelik. È riportato in un documento del 1222 come appartenente alla nobile famiglia feudale dei Della Rovere.

#lasteccaprealpina #iorestoacasa