Proposta escursionistica pasquale

Per il weekend pasquale, perchè non scegliere un sentiero poco conosciuto che raggiunge il Cesen dal lato meridionale? Ecco a voi:

 

Pian di Farné per la Strada de le Musse

Distanza: km 9,34

Aumento di quota D+: m 660

Tempo di percorrenza: 3h 30’

Grado di difficoltà: medio

 

Descrizione:

Pian di Farnè, una delle più famose aree di pascolo inserite nel comprensorio del Monte Cesen, è raggiungibile tramite diverse strade e sentieri. Analizziamo in questa puntata l’accesso tramite la storica Strada de le Musse. Si parte da Santo Stefano di Valdobbiadene e si imbocca la Strada Tridich che subito dopo si trasforma in sentiero segnato n.1014. Siamo entrati nella Strada de le Musse, un tracciato che anticamente era percorso da slitte da carico per trasferire a fondovalle il legname, il pietrisco e il fieno. La pendenza si fa subito molto sostenuta ma rimane costante, in un tracciato sempre ben segnato. Si giunge all’eremo di Sant’Alberto, quindi si riprende a salire fino ad arrivare ad un bivio nei pressi di una casera. Si devia a destra e si percorre una strada forestale verso est fino ad immetterci sulla Strada della Guizza che sale dal cimitero di Santo Stefano. Tenendoci a sinistra al successivo bivio, si sale lungo il vecchio sentiero che fa da scorciatoia alla strada, seguendo la linea di massima pendenza, e si giunge a Pian di Farnè in un punto panoramico straordinario (m 865). Qui è presente la chiesetta di San Maurizio, patrono degli Alpini e un’area per picnic poco a nord di una grande lama di abbeveraggio con ninfee. Per la discesa, si segue il segnavia 1013 che corrisponde alla Strada Pian di Farnè e che si inserisce nella Val Curta, una delle cinque valli del Monte Cesen. Lungo la discesa si incontra l’Oasi San Francesco, mentre più in basso, alle porte di San Pietro di Barbozza, si passa vicino alle Case Geronazzo con annessa cappella di famiglia. Si percorre nell’ordine Via Cisterna, Cal del Mas, Borgo Marche ed infine Strada Zanetton che fiancheggia il Santuario Immacolata di Lourdes e ci permette di completare il giro ritornando nuovamente a Santo Stefano.

 

Curiosità:

L’eremo di Sant’Alberto, posto in località Barbozza, è un antico luogo di culto e di pellegrinaggio risalente al 1488. Si caratterizza per la presenza di un romitorio annesso. Tra gli eremiti che vi soggiornarono, il più famoso fu senza dubbio Frà Giuseppe Pilla, il cui carattere non deve essere stato dei più socievoli visto che la sua lapide posta all’ingresso della chiesetta, da lui stesso scolpita, recita: “Non cercar di saper il mio nome quello che preparò per se stesso e pei successori il sepolcro H+A- Sprezzo e mondo e nome”. La casa degli eremiti funzionò fino agli anni ’50 quando venne a mancare l’ultima eremita, la “Néta”. Lungo la strada di accesso, poco ad ovest, si incontra il “Fontanèl di Sant’Alberto”. Tradizione vuole che in questa sorgente nascessero i bambini.