La stecca prealpina - Giorno n.14

Consiglio un punto panoramico veramente spettacolare all’estremità occidentale della catena prealpina. Si tratta della antichissima chiesetta dei Santi Gervasio e Protasio, posta su uno sperone roccioso a sud ovest di Segusino, a picco sul corso del Piave. Da lassù la vista spazia sui rilievi del Monfenera, del Monte Salarol, dello Spinoncia, della Rocca Cisa, del Cornella, del Cilladon, del Monte Santo e del Tomatico, che proteggono i sottostanti abitati di Fener, Alano e Quero. A nord appaiono il Col Vallina e il Col da Fi, mentre verso sud la vista si perde sulla pianura, interrotta dal Col Antich che si raggiunge tramite il sentiero della Val de Tera. La posizione così strategica fu sfruttata in tempi antichi come probabile fortilizio di osservazione sulla sottostante stretta di Quero, tanto che lì vicino è citato uno scontro tra Bellunesi e Trevigiani nel 1193, evento che avrebbe portato con sé l’intitolazione ai santi Gervasio e Protasio, guarda caso presenti presso il monastero cistercense di Belluno. Ma fu anche un sito di valore bellico, tanto che durante la Grande Guerra venne impiegato dagli Austriaci per scrutare i nostri movimenti sul Grappa. È ancora presente un condotto scavato nella roccia che aveva la funzione di osservatorio. A fianco della chiesa vi è un edificio adibito ad eremitaggio, ecco perché il 19 giugno si celebra la Festa del Romit. Sul vicino sperone roccioso, inoltre, a fine estate sboccia la Calcatreppola Ametistina, un fiore bellissimo dalle sfumature azzurre. Ed infine, c’è una filastrocca nata lassù che mi è stata raccontata da un altro personaggio delle Prealpi a me tanto caro, scomparso pochi mesi fa, Lino Stramare. Descrive le diverse chiesette che si guardano l’un l’altra nelle vicinanze: San Giovanni in te la val, San Giacomo sul canal, San Bastian su in tel col, San Gervasio sul piol. Se volete raggiugere il promontorio, vi è il sentiero 1006 che sale da San Rocco e vi porta sulla sommità in poco più di un’ora di ripido cammino.

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