A Caorera si sorpassa
C’è un bel rettilineo che invita a schiacciare sull’acceleratore guadagnando qualche decina di metri davanti a quelle noiose colonne di macchine che sfilano di fronte al piccolo borgo di Caorera, nel Canal del Piave. Ma se invece di pensare al sorpasso alzassimo lo sguardo verso monte, si aprirebbe un mondo. C’è la Madonnina del Piave, che fu restituita dagli austro-ungarici nella Grande Guerra e che ancora oggi, ogni Ferragosto, viene portata con il camioncino fino a Marziai, dove venne recuperata da don Tramet, tenace parroco del paese che riuscì a piegare anche i duri invasori. C’è la bella storia della Sagra della Zucca, appena terminata. Ma ci sono loro, le montagne, che pochi conoscono perché è zona di passaggio qui. Eppure, basta inerpicarsi sui ripidissimi pendii di Zanoi e Canziani per rendersi conto che da quassù il traffico resta in sottofondo e prende il sopravvento la bellezza del panorama che a Casere Testoni spazia dalle Vette Feltrine al Monte Miesna, dal Castellazzo a Stabie e più giù il lungo serpeggiare del Piave. Al Col dei Gir poi è uno spettacolo osservare le casere del Pianaz tra i dolci prati morenici, così come il Col de Tucche lassù ci guarda parlandoci di lunghe storie di confini e di alpeggio. Sono luoghi difficili, duri, lontani dalla massa, dove tra novembre e febbraio il sole non arriva mai perché qui si è al pusterno e bello tosto. Così sono tornato a casa e dopo tanti anni che ci passo finalmente ho capito cosa c’è in quel dietro le quinte. Prossimamente nel progetto Sentieri delle Prealpi Bellunesi.
Tempo di percorrenza: 3 h 30’, aumento di quota D+: 577 m, distanza: 9,9 km.