Castelnuovo di Corbanese

Evento di indubbio livello storico scientifico ieri sera a Ceneda di Vittorio Veneto, a parlare delle incerte origini di Castelnuovo, antico fortilizio posizionato sul cocuzzolo del Monte Castello a nord est di Corbanese di Tarzo. Lo storico Giovanni Tomasi ha saputo cucire un filo logico partendo da poche righe di documenti di archivio interpretati attraverso il periodo alto medievale fino all’epoca Veneziana, passando tra le vicende legate a Conegliano, la permuta Caminese e l’egemonia di Ceneda rispetto alla quale fu vice contea. Castelnuovo è testimonianza dei primi influssi veneziani nelle mire espansionistiche in terraferma, come sostenuto da Dario Canzian dell’Università di Padova e rappresenta un concentrato di storia, perché il sito, di cui si sa molto poco, ha inaspettate potenzialità a livello archeologico, uniche nel nostro territorio e tutte da scoprire. Ne sono testimonianza, al momento, il rinvenimento di antichissime punte di freccia a tre alette e le osservazioni sul campo delle due torri, del mastio, e della probabile torretta di avamposto sull’anticima inferiore ipotizzata dai rilievi magnetometrici di Elisa Possenti dell’Università di Trento. Fanno ben sperare le parole del sindaco di Tarzo Vincenzo Sacchet: Castelnuovo si pone con grandi potenzialità turistiche nel prossimo futuro, pienamente al centro della Core Zone Unesco. Senza sottovalutare la sua posizione lungo il percorso tra Conegliano e Tarzo in quello che ha rappresentato per secoli una via alternativa alla Strada Regia di Alemagna, oggi quel “Rotary Link” di cui ho trattato qualche giorno fa e che sta per arrivare. Ben venga quindi Castelnuovo ad arricchire il già vasto panorama storico culturale delle nostre belle colline.