La Dolomia del San Boldo

Dolomia, una roccia particolarissima presente nelle Alpi. Talmente speciale da aver assegnato il nome alle Dolomiti, Patrimonio dell’Unesco. Lo sapevate però che una particolare tipologia di Dolomia è presente anche nelle nostre Prealpi? Se aguzzate la vista in determinati sentieri tra Cison e Guia, ogni tanto si scorgono delle rocce grigie dalla superficie porosa alla cui base si deposita una sabbietta che in passato veniva utilizzata per pulire le caliere e le damigiane. Il “sabion”, come era chiamato, ha infatti particolarità abrasive. Ma come mai la Dolomia proprio dalle nostre parti e non soltanto nella terra dei dinosauri alpini? Osservando con l’occhio del geologo queste rocce di colore grigio chiaro o giallino, massicce, con talvolta dei granuli submillimetrici tondeggianti oppure dei piccoli pori molto evidenti, scopriamo che siamo di fronte alla cosiddetta “dolomitizzazione secondaria”, ovvero una roccia calcarea CaCO3 in via di litificazione. La circolazione nei pori di acque ricche di sali disciolti, soprattutto magnesio, ha portato alla sostituzione, dentro le molecole, di una parte del calcio con il Mg. Poiché l'atomo di Mg è un po' più piccolo di quello di Ca, il reticolo cristallino di CaMg(CO3)2 = Dolomite è un po' più compatto e quindi si formano dei pori microscopici tra un cristallo e l'altro. Più pori insieme danno il poro visibile a occhio nudo. E questo è l'elemento distintivo della Dolomia, come quella di casa nostra: la Dolomia del San Boldo.