La matematica in natura

Camminando tra i sentieri ogni tanto associo qualche elemento della natura alla matematica. È sempre stata una mia passione, forse anche fissazione. Le ammoniti che si trovano talvolta nelle Prealpi sono legate alla sezione aurea, così come il numero dei petali di un fiore segue la serie di Fibonacci, senza tralasciare gli spettacolari disegni nel cielo degli storni che ricordano gli screen saver dei PC di qualche anno fa. Anche questi sono regolati dalla matematica, secondo i frattali, sistemi complessi descritti nel suo libro dal nobel Giorgio Parisi. Poi, si sa, ci sono le correnti di pensiero, chi sostiene che i numeri siano un’invenzione dell’uomo, chi invece una scoperta. Mi perdo ad osservare le marmitte di erosione dei torrenti. Quelle del Caglieron sono strepitose, ma anche le “Calgére” di Rocca di Arsiè, o i Gor di Colbertaldo, per non parlare delle Cune a Guia di Valdobbiadene. Tutte hanno una caratteristica: l’acqua scende compiendo dei salti secondo una sorta di onda sinusoidale, con una frequenza, per intenderci, che nel tempo ha creato le vasche. È un po' quel che capita nei tornanti di una strada sterrata in salita, dove il saltellamento delle ruote produce una serie di piccole righe trasversali sulla superficie fastidiosissime al contatto sul volante, il risultato di una sincronizzazione dell’onda. Anche sul bagnasciuga del mare accade la stessa cosa, con quelle striature parallele che assomigliano tanto al palato dei gatti! Oggi ho trovato un altro esempio di marmitte di erosione che non conoscevo, le si vedono appena accennate in questa immagine scattata nella Val Tibia, ad opera del torrente “Pissa” tributario del Corin, sopra Valmareno. Mi sono fermato, ho pensato a Fibonacci, frattali, sezione aurea, ma poi ho abbandonato tutto lasciandomi coinvolgere dal suono dell’acqua, cancellando ogni equazione.