La stecca prealpina - Giorno n.25

In questi giorni le nostre montagne diventeranno una tavolozza di colori. Adoro vedere lo scandire del tempo seguendo la naturale sequenza dei fiori, tra poco ci saluteranno le rose di Natale, i bucaneve, l’erba trinità, le primule. Sarà il turno delle genziane, che punteggeranno di blu l’erba rinsecchita sui ripidi pendii, ma fiorirà anche la Daphne Cneorum che in Val del Rujo a Cison chiamano fiore di San Daniele. Daphne, che per la sua bellezza inenarrabile attirò l’attenzione di Apollo, rifiutò il suo amore e fuggi lontano invocando l’aiuto dei suoi genitori che la trasformarono in pianta. Ma i cisonesi non seguono la mitologia greca, perché per loro il fiore sboccia ogni primavera dove sono cadute le gocce di sangue del martirio di San Daniele. Lungo il sentiero che conduce a San Gaetano vi sono i resti di un’antichissima chiesetta intitolata proprio a tale santo, esattamente nel punto dove ogni anno le rocce si ricoprono di rosa e l’aria profuma d’intenso più di ogni altro luogo.

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