Nuova puntata di Prealpi Flash - L’anello del Monte Baldo

Distanza: km 10,19

Aumento di quota D+: m 597

Tempo di percorrenza: 4h

Grado di difficoltà: medio

 

Descrizione:

Il Monte Baldo si erge imponente tra gli abitati di Nogarolo e Serravalle e con i suoi 597 metri è la più alta delle cime che compongono la serie di colline subprealpine che caratterizzano l’alta pianura trevigiana. Dalla sua vetta lo sguardo si perde a trecentosessanta gradi verso la valle dei Laghi di Revine, la Val Lapisina, il Monte Pizzoc. Un monte facilmente raggiungibile e per questo è assai frequentato specialmente dai vittoriesi. Questo anello permette di percorrere il suo lungo filo di cresta unendo al tempo stesso la visita alla magnifica città storica di Serravalle. Da Nogarolo si cammina verso est tra le vecchie case e si segue il sentiero n.1051 in parte lastricato che condurrà in salita nel bosco. Questa via era l’antico collegamento Nogarolo - Serravalle rimasto attivo fino a metà del secolo scorso. Al bivio, dove si dirama la variante al Col dei Piai, si prosegue dritti incontrando i ruderi di Case Checuz e da qui il sentiero assume il numero 1043. Oltrepassato Pian de Sitada, si devia a sinistra al bivio successivo per portarci decisamente in quota fino ad arrivare ad una forcella nota come Valéta dei Piai (550 m). Siamo così sulla cresta del Monte Baldo e proseguendo verso est, in breve si raggiunge la sua vetta dove si erge una grande croce in legno. Magnifica vista su Revine e Val Lapisina a nord, mentre a sud si notano le colline delle Perdonanze e dell’Altare. Si prosegue in forte discesa incontrando il bivio per Borgo Vignola, quindi si nota sulla sinistra il Castagno del Paradiso, ultrasecolare. Successivamente raggiungiamo i ruderi del trecentesco Castello di Montesel, di cui rimane un vallo, resti di mura e un profondo pozzo. Proseguendo la discesa, si giunge in un terrazzo panoramico posto nei pressi dell’antica chiesa di Sant’Antonio Abate, che si trova in linea d’aria proprio davanti al Santuario di Sant’Augusta. Poco prima di entrare a Serravalle, si incontrano i resti delle torri che costituivano parte delle mura perimetrali della vecchia città, una delle quali oggi adibita ad abitazione privata. Si percorre via Piai in direzione di Piazza Flaminio, quindi si risale via Roma passando per la Porta della Muda e successivamente entrando su via Caprera. Si devia a sinistra seguendo le indicazioni per il borgo di Con Bassi, quindi si sale nel bosco in direzione di Con Alti. Il nome dell’antico borghetto, documentato già nel Duecento, era Sangusè, ed in epoca successiva fu ribattezzato in Con dal soprannome della famiglia Sonego che da sempre l’ha popolato. Si continua per mulattiera che ci farà tagliare tutta la spalla nord del gruppo del Monte Baldo passando per le Prese e le Selve fino a ritornare a Nogarolo dove termina il giro.

 

Curiosità:

Monte Baldo, per quale motivo nella parlata locale non viene chiamato così? Evidentemente questo appellativo è stato imposto solo in epoca recente e non è mai riuscito ad entrare nella consuetudine popolare, dove invece viene riconosciuto per Pedóf. Secondo gli storici, però, anticamente il nome del monte Baldo era Dóf (giogo), successivamente italianizzato in Zóvo sulla base di documenti settecenteschi ed il toponimo Pedóf, che rappresenta l’anticima inferiore disposta più ad est, sta per “ai piedi del Dóf”.