Dal muschio riappare la storia

Un nome che porta con sé storia e mistero. Oggi sul Gazzettino racconto il “Sasso del Giro”, come lo definisce lo storico Gabriele Farronato, ma nella parlata popolare resta vivo anche “Sass del Gir” o “Sass del S’Gir”, reso celebre nei romanzi di Roberto Popi Frison. Grazie al lavoro dei ricercatori Alberto Burbello, Roberto Zatta, Francesco Puppo e Franco Visentini, l’incisione del 1808 è riemersa dopo oltre due secoli sotto il muschio. Un segno scolpito nella roccia che testimonia il ruolo del masso come punto fiduciario ai tempi in cui non esistevano GPS né cippi trigonometrici. Così come accadeva per il Crep del Vent lungo la Strada del Santo da Cadolten a Osigo, per la Piera Pescadora sulla Strada Regia di Alemagna, la Petra Incisa (oggi la Crosetta) sul Cansiglio o per il sasso della Casamatta poi cancellato dalla ferrovia – dove resta ancora una bellissima iscrizione sulla parete rocciosa – il Sasso del Giro era un “cartello stradale ante litteram” nella geografia antica del Grappa. Un grazie sentito ai ricercatori per la scoperta, a Farronato per i riferimenti storici e a Popi Frison che mi ha segnalato il luogo della scritta, quasi impossibile da trovare, nascosta nel cuore della Valle di San Lorenzo.