Doc, Zoc, Dof e Pedof: quando il crinale ha la sagoma del giogo
Il Monte Baldo è la cima più alta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, sulle mappe segnata a quota 597 metri. Monte Baldo, che molti confondono con il ben più elevato rilievo delle Prealpi Gardesane. Curioso che gli anziani di Vittorio Veneto, Revine e dei borghi vicini non lo chiamino affatto Monte Baldo. Per loro è il Pedóf. Evidentemente “Baldo” è un nome imposto solo in epoca recente, forse per un errore di trascrizione, non l'ho mai capito. Secondo gli storici, anticamente il monte si chiamava Dóf (il giogo dei buoi), successivamente italianizzato in Zóvo sulla base di documenti settecenteschi. Il toponimo Pedóf, invece, pare significhi “ai piedi del Dóf”. La forma a giogo che accompagna l’appellativo del monte è tutt’altro che casuale: osservando il profilo del Baldo si nota la forma ad onda generata dalla vetta e dall’anticima che guarda Nogarolo. La forma a giogo che accompagna l’appellativo di un monte è abbastanza frequente. A Segusino, ad esempio, vi è il Monte Dóc, con medesimo significato (attenzione, “o” stretta, non “Doc” come la denominazione vitivinicola), così come ad Alano svetta il Zóc, anch’esso derivato da giogo.
(Foto: Croce di vetta del Monte Baldo - sullo sfondo Revine, Longhere, Forcal e l'A27 del Fadalto)
