Quando la fumata bianca veniva dal Visentin

La fumata bianca del conclave, che speriamo arrivi presto a partire da stasera, potrebbe avere avuto, in passato, un legame sorprendente con Fais di Vittorio Veneto, la frazione ai piedi del Col Visentin.
Tra il mix di elementi utilizzati in combustione per annunciare il nuovo pontefice tramite il famoso fumo bianco, c’è anche la colofonia, che è il residuo della produzione della resina.
A Fais di Vittorio Veneto, così come in poche altre zone d’Italia (Trentino ad esempio), fino agli anni Cinquanta, partiva una piccola ma significativa produzione di resina, ricavata dai pini silvestri di Collòn.
La pregiata sostanza veniva raccolta dagli abitanti del luogo tramite particolari incisioni a forma di lisca effettuate sulla corteccia, poi veniva inviata alla Società Farmaceutica Triveneta di Udine che la trasformava in trementina e, quindi, in colofonia.
La società, oggi scomparsa, aveva una rete di distribuzione nazionale e internazionale, per cui è verosimile che anche il Vaticano ne fosse destinatario.
L’attività oggi è solo un lontano ricordo, ma è bello pensare che da un bosco di Vittorio Veneto possa essere partito un giorno un frammento di quella preziosa fumata bianca.
È un filo conduttore come quello che legò Albino Luciani, già vescovo di Ceneda, al soglio di Pietro. Anche lui, come quella resina, lasciò queste montagne per arrivare a Roma.