Quantin, tra cielo e mistero
I prati verdi e ben falciati raccontano una lunga storia di alpeggio. La chiesetta domina le case colorate dai murales, poco sotto, quasi nascosto dal tempo, resiste da più di un secolo il lavatoio di scaglia rossa. Sullo sfondo troneggiano il Monte Serva, il Dolada e le Dolomiti. Non è un caso che Quantin sia la frazione più alta del comune di Ponte nelle Alpi, da quassù si abbraccia un panorama indimenticabile. Leggenda vuole che il primo antico insediamento portasse il nome di Radisele e sorgesse più in basso dell’attuale paese, fondato da un cavaliere di nome Viel o De Viel, venuto da un lontano paese di Francia chiamato San Quantin, l’attuale Saint Quentin. Nei secoli le vicende di emigrazione e di incontro tra culture hanno lasciato il loro segno, evidente persino nell’insolito campanile. E poi ci sono i misteri, il Sass di Pescamont con la sua storia secolare, il castello della Casamatta che non c’è più, la casera del Diaol che già nel nome incute timore.
Ma quanto bella è Quantin?
